Guida alla vaccinazione anti-Covid

Nuovo opuscolo Anffas per la guida alla vaccinazione anti-Covid per le persone con disabilità e le famiglie!

Preso atto delle segnalazioni provenienti dalle strutture Anffas e dalle famiglie, della disomogeneità sul territorio nazionale e dell’incertezza e carenza delle informazioni disponibili, Anffas ha deciso di predisporre una guida per le persone con disabilità, per le famiglie e per tutti coloro che fossero interessati ad approfondire il tema.

L’opuscolo fornisce, infatti, una corretta informazione circa il piano strategico nazionale per la vaccinazione anti-covid, indicando chi siano le persone con disabilità ad avere diritto alla vaccinazione con priorità e in quali casi anche i loro caregiver/conviventi ne hanno diritto. Il documento, inoltre, mira a fornire delle risposte ad alcune delle domande più frequenti poste nel corso degli ultimi mesi aventi ad oggetto il consenso informato, i casi in cui avviene il rifiuto alla vaccinazione, etc.

Per consultare la GUIDA ALLA VACCINAZIONE ANTI-COVID PER LE PERSONE CON DISABILITÀ E LE FAMIGLIE clicca qui

Si ricorda sul tema la campagna di sensibilizzazione lanciata da Anffas “Contro il Covid-19: IO MI VACCINO!“, volta da un lato a promuovere l’importanza che il vaccino rappresenta per la salvaguardia della salute e della vita delle persone con disabilità, dall’altro a chiedere che vengano diramate su tutto il territorio direttive operative omogenee che tengano conto, appunto, delle esigenze delle persone con disabilità, dei loro familiari ed operatori.

Per maggiori informazioni consulta la sezione dedicata qui

Legge 112/2016: quale situazione ad oggi?

In occasione dell’evento online “Anffas Day” del 27 marzo u.s., con cui Anffas ha celebrato il suo 63mo compleanno e la Giornata Nazionale delle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo, è stato riservato un importante spazio al tema del “durante e dopo di noi”, mettendo al centro le famiglie, le esperienze e le iniziative realizzate fino ad oggi.

Durante l’evento si è colta anche l’occasione per restituire a tutti i partecipanti all’evento i risultati della prima consultazione Anffas sullo stato di attuazione della legge 112/2016 sui territori di 16 regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Sicilia, Abruzzo, Marche, Piemonte, Liguria, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Calabria, Campania, Lazio, Sardegna e Trentino)

La rilevazione, avviata nel febbraio 2020 e conclusasi nel mese di giugno scorso, ha coinvolto 129 strutture associative locali Anffas e, attraverso di esse, interessato moltissime famiglie. Grazie all’apporto di chi, nel mondo Anffas, opera direttamente sui territori, è stato quindi possibile rilevare le buone prassi e i punti di forza ma anche i dubbi e le eventuali criticità, emerse specie a livello delle regioni e degli ambiti territoriali pure con riferimento agli aspetti progettuali, nonché le carenze informative e formative ancora riscontrate, il tutto con l’obiettivo di ottenere un dato valido ai fini di un monitoraggio associativo interno e di impegnarsi attivamente, in qualità di organizzazione maggiormente rappresentativa, per avanzare, come nella presentazione è riportato, delle proposte migliorative della stessa legge, peraltro fortemente desiderata da tutte le famiglie afferenti ad Anffas, che ha anche materialmente contribuito alla sua stesura.

L’indagine ha rilevato una forte progettualità indipendente: nel 33% dei casi, infatti, le strutture hanno segnalato di avere avviato delle progettualità indipendentemente dalle risorse messe in campo dalla legge 112/2016, manifestando, quasi sempre, la vocazione di rientrarvi, anche in futuro, condividendone lo spirito e la strutture. Il 48% di tali strutture, inoltre, ha successivamente provato ad accedere ai finanziamenti, non riuscendoci nel 18% dei casi: una situazione che purtroppo evidenzia un sistema pubblico ancora farraginoso.

Il 53% delle strutture ha rilevato inoltre difficoltà nell’attivare le progettualità con gli enti pubblici dovute ad esempio alla scarsa conoscenza della norma da parte degli enti preposti alla fattiva attuazione e poca collaborazione/volontà degli da parte di essi di sperimentare soluzioni innovative per favorire l’ottimale funzionamento della norma, riconducendo anche i nuovi interventi secondo vecchie logiche.

Non soddisfacente anche ciò che riguarda il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza ai lavori degli Ambiti Territoriali per l’individuazione dei bisogni e delle misure da attivare nel territorio: solo il 48% ha risposto infatti di avervi partecipato, quasi sempre attraverso la modalità di gruppi di lavoro o tavoli.

L’indagine integrale è disponibile cliccando qui